Un antiquato modello candle stick: legno verniciato, il
ricevitore appeso alla forcella di ottone, il cavo elettrico reciso; il ciuffo
di fili di rame spunta dalla estremità spezzata e penzola nel vuoto come la coda
di un felino pigro, ma con un occhio sempre aperto e vigile, in agguato.
É posato sul ripiano tondo di
un tavolino in mogano, in mezzo alla stanza: quattro pareti tappezzate con
spessa carta rosa porcellino, quella sfumatura che i bambini di solito usano
per colorare la pelle dei bianchi; sul pavimento scalcinato due materassi di
gommapiuma per le ore di sonno; per i pasti, un fornello a gas da campeggio.
Sparse ovunque, armi, strumenti di morte di ogni tipo: lame, esplosivi
rudimentali o di provenienza militare, armi da fuoco, mitra automatici e fucili
a retrocarica, armi in asta, laser. E protezioni: pezzi spaiati di
armature, giustacuore di cuoio
imbottito, giubbotti antiproiettile e vesti in kevlar.
Nella tana regna un silenzio
carico di tensione assassina; d’altra parte, una paranza d’inchiostro non è
certo l’abbinamento migliore per l’aggettivo “ciarliero”.
Driiiin. Uno squillo.
Poi un secondo. E un terzo.
Sono io a chiamare, la Voce
Narrante, e so benissimo che si tratta di un’assurdità ma, che diamine! ,
cerchiamo di salvare un minimo di apparenza.
«Sì?»
«Passamela.»
«Vuole parlare con te».
La Malmignatta fa fede al suo
nome di battaglia: la chioma liscia e nera da vuoto siderale si cala come uno shinobi lungo le vertebre fino a
raggiungere il fondo della schiena; unica eccezione, una ciocca scarlatta che
va a coprire l’occhio destro come un rivolo di sangue che, da una ferita superficiale
della fronte, ruscella sul viso fino alla guancia. Il corpo pallido, quasi
eburneo, da nobile, è fasciato in un abitino nero art nouveau senza maniche, scollo a V sul seno acerbo e gonna
tagliata al ginocchio; unico accessorio, una larga collana di corallo rosso
che, ad ogni passo verso il tavolino, oscilla ipnotica all’altezza
dell’ombelico.
Reduce dal suo ultimo incarico in
territorio dieselpunk, le sue lunghe
dita, impreziosite da unghie laccate di smalto rubino, vanno a slacciare le
fibbie della maschera Garner: dopo aver infatti recuperato underground un adeguato quantitativo di sarin, non ha esitato a
gassare un’intera delegazione marziana presso la corte del Kaiser, evitando
così un intervento alieno, che avrebbe saputo troppo di plagio, durante la
Prima Guerra Mondiale.
«Buonasera capo, come posso
esserle utile?» come sempre accade quando non è sotto copertura, mi risponde
nel suo italiano dalla forte inflessione spagnola.
«Mi ha contattato un
pirandello. Ho un wetword per te».
Un nobilotto di campagna in puro
stile Sturm und Drang: bugie e
tradimenti stavano per mandare in rovina il matrimonio; la nascita di un figlio,
nella prima stesura, sembrava essere la soluzione migliore per un
ricongiungimento famigliare, ma poi il pirandello ha cambiato idea, decidendo
di concludere in tragedia. Quando ha fatto morire la giovane moglie di consunzione,
il nostro caro Sir Anthony McIntosh ha mangiato la foglia ed è sparito dalla
storia, durante una caccia alla volpe, portando con sé il neonato. Adesso si
nasconde tra i personaggi di contorno dei romanzi romantici. É
paranoico, e assetato di vendetta. Il pirandello assicura che lui non presenta
un problema: l’ha caratterizzato come un inetto pieno di boria; ma teme che
possa crescere il proprio figlio nel risentimento per poi mandarlo, una volta
adulto, a rovinargli le trame future, magari assassinandogli i protagonisti.
Dev’essere un lavoro rapido e pulito: bisogna sbarazzarsi del bambino senza
troppo clamore entro massimo tremilacinquecento battute a partire da adesso.
Spazi inclusi.
Mentre il nome di Bai Asuka viene
inserito come referenza nella finta lettera di presentazione, la Malmignatta
controlla gli ultimi dettagli del suo travestimento: l’uniforme da sexy maid perfettamente stirata, unghie
e ciocca di capelli tinte di un chiaro grigio cenere, pupille dilatate nel
classico stile manga, mediante l’applicazione
di un collirio a base di Atropa
belladonna.
«Le sue credenziali sono
ottime, miss Elizabeth».
«Grazie, milord».
«C’è solamente una questione
che ancora non mi convince del tutto».
«Milord?»
«Durante la sua ispezione, per
cercare eventuali infezioni o sintomi di altre patologie che possano mettere a
repentaglio la vita di mio figlio, Mrs Rosefield, la governante della magione,
mi riferisce che, beh, ha riscontrato una… peculiarità cromatica dei suoi, ehm,
del suo incarnato. Mi ha parlato di una sgradevole sfumatura grigiastra che non
suggerisce nulla di sano. Devo ammettere che la cosa mi preoccupa non poco».
«Oh certo, milord, i capezzoli.
Il suo dubbio è del tutto comprensibile; ma non vi è nulla di cui preoccuparsi,
posso spiegare: purtroppo, milord, non sempre è facile trovare un impiego
onesto e decoroso come quello che state offrendo voi, sir McIntosh, e
purtroppo a volte capita che, durante i periodi più sfortunati, pur di avere
qualche mezzo di sostentamento, mi capiti di collaborare con Asuka-sama, del
quale può leggere le ottime referenze nella mia lettera di presentazione, come
comprimaria in alcune delle sue opere preggo
hentai, in bianco e nero. Il mio ultimo impiego con il maestro Asuka si è
concluso da poco e, avendo sentito che era richiesta una balia presso la vostra
tenuta, ho pensato che avrei potuto smaltire il latte e, al tempo stesso,
trovare un’occupazione di tutto rispetto. Le assicuro che, dopo la descrizione
della prima poppata, torneranno rosei come si addice a una persona della mia
sana costituzione».
«Allora questo spiega tutto.
Ottimo, ottimo. Quando potrebbe cominciare?»
«Anche subito, milord».
«Allora avviserò la signora
Rosefield di preparare la sua camera nell’ala riservata alla servitù. La
prossima poppata di Caesar è prevista per le sei».
«Suo figlio si chiama Cesare?
Oh, ma è fantastico! Ha lo stesso nome di mio fratello. Sono sicura che io e il
piccolo lord McIntosh andremo subito d’accordo».
L’aveva ribattezzato Colostro: un
cocktail di prolattina, per stimolare la lattazione, legata a PCB e diossine in
concentrazioni tali da, attraverso la ghiandola mammaria, uccidere un neonato
medio nell’arco di qualche ora. Il suo unico effetto collaterale, un’anomala
decolorazione grigia dei capezzoli e delle areole circostanti.
Due fatti insoliti si
verificarono quella sera: la giovane balia appena assunta non si presentò a
cena nella sala riservata alla servitù; nonostante tra l’argenteria del padrone
non mancasse nulla, era misteriosamente scomparsa dalla residenza, senza
lasciare traccia subito dopo la sua prima poppata.
Il piccolo McIntosh Jr non si
risvegliò mai più per chiederne una seconda.
2 commenti:
..............
Ok.
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